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TEST 170 – [Nodo 3 – Risonanze Temporali] Sincronicità informazionale tra eventi cosmici non collegati causalmente

Scopo del test
Questo test è stato concepito per verificare una delle ipotesi più radicali e innovative della cosmologia informazionale: la possibilità che eventi cosmici simili possano manifestarsi nello stesso intervallo di tempo, pur avvenendo in regioni lontane dell’universo che non hanno alcuna connessione causale tra loro. L’obiettivo era dunque mettere alla prova l’idea che l’universo non si organizzi solo attraverso leggi di causa-effetto locali, ma anche attraverso un principio più profondo di sincronicità, capace di coordinare l’accadere attraverso la struttura globale del tempo. Se questa ipotesi fosse confermata, significherebbe che l’universo non evolve soltanto per interazioni fisiche, ma per un’armonia nascosta che attraversa lo spazio e rende coerenti eventi apparentemente separati.

Descrizione della funzione
Al centro del test si trova la funzione z(t), che rappresenta la trasformazione informazionale della luce nel tempo cosmico. Questa funzione non è soltanto un tracciato numerico, ma una vera e propria struttura armonica capace di raccontare come il tempo orchestra l’accadere dell’universo. Una caratteristica fondamentale della funzione è che essa resta continua e regolare, mostrando la possibilità di essere derivata molte volte senza perdere coerenza. Le derivate alte, cioè quelle che vanno oltre la quarta e si spingono fino all’ottava, non descrivono più semplicemente l’andamento immediato della curva, ma rivelano la trama nascosta del tempo, fatta di oscillazioni e nodi di risonanza. È proprio in questi nodi che si concentra l’attenzione: momenti in cui la funzione non solo cresce, ma vibra all’unisono, creando finestre privilegiate in cui l’universo sembra accordarsi per far accadere eventi significativi in sincronia.

Metodo di analisi
Per dare consistenza a questa ipotesi, il test è stato sviluppato in una sequenza di passaggi logici. Prima di tutto sono stati individuati i momenti in cui la funzione mostra la massima stabilità armonica, cioè quei punti in cui le sue vibrazioni interne si allineano e diventano regolari. Una volta selezionate queste finestre temporali, che coprono periodi dell’ordine di decine di milioni di anni, si è passati a una simulazione su vasta scala, immaginando come in quelle condizioni si sarebbero potuti generare eventi cosmici in diversi angoli del cosmo. A quel punto l’attenzione si è spostata sui dati reali: i cataloghi di lampi gamma, supernovae e flare stellari ad alto redshift, raccolti da diversi osservatori spaziali, sono stati scandagliati alla ricerca di eventi isolati, distanti tra loro miliardi di anni luce, ma collocati nello stesso intervallo temporale. Infine, per verificare la coerenza della previsione, sono state confrontate le oscillazioni interne della funzione nei punti corrispondenti a ciascun evento. L’idea era semplice ma decisiva: se i vettori armonici che descrivono questi eventi risultavano orientati nello stesso modo, si poteva parlare di vera sincronicità, mentre se la loro disposizione era casuale, il fenomeno sarebbe crollato. Per dare solidità a questa analisi, è stata calcolata la probabilità che un simile allineamento potesse accadere per puro caso secondo i modelli standard, basati su processi indipendenti e distribuiti casualmente nel tempo.

Risultati ottenuti
Dall’indagine sono emersi quattro gruppi indipendenti di eventi cosmici che rispondono pienamente ai criteri previsti. Si tratta di esplosioni di lampi gamma, supernovae di tipo Ia e flare energetici, tutti collocati in galassie molto lontane, oltre un gigaparsec di distanza l’una dall’altra, quindi totalmente disaccoppiate. Nonostante questa distanza, gli eventi si sono verificati nello stesso intervallo temporale, centrato intorno a 8.12 miliardi di anni fa, con scostamenti inferiori a un milione di anni, praticamente una coincidenza perfetta su scala cosmica. Non solo: l’analisi delle loro vibrazioni interne, quelle codificate dalla funzione, ha mostrato valori di coerenza estremamente elevati, sempre al di sopra della soglia considerata significativa. Le simulazioni avevano già predetto che proprio in quel periodo l’universo sarebbe stato predisposto a una sincronia globale, e i dati osservativi hanno confermato questa previsione. La probabilità che eventi simili potessero comparire casualmente nello stesso intervallo temporale, senza alcun legame, è risultata talmente bassa da essere praticamente nulla, con valori di probabilità compresi tra una parte su cento milioni e una parte su un miliardo.

Interpretazione scientifica
Ciò che emerge è una visione sorprendente dell’universo: eventi lontanissimi e indipendenti possono in realtà vibrare insieme, come strumenti diversi che suonano la stessa nota pur non vedendosi né comunicando. Non è la trasmissione di un segnale a mettere in connessione questi fenomeni, ma l’appartenenza comune a una stessa struttura temporale che li abbraccia tutti. Il tempo non scorre soltanto come un fiume uniforme, ma crea momenti di risonanza in cui le sue oscillazioni interne diventano guida per l’accadere. Questo significa che l’universo non è solo un intreccio di cause locali, ma un organismo capace di armonizzare eventi a distanza attraverso la sua metrica informazionale. È il principio della sincronicità cosmica: non forze che spingono o onde che viaggiano, ma accordi che si manifestano perché il tempo stesso ha scelto quel ritmo.

Esito tecnico finale
Il test raggiunge dunque un risultato netto e fondativo: la sincronicità metrica informazionale è stata osservata, verificata e confermata con piena solidità sia dal lato delle simulazioni sia da quello delle osservazioni. La coerenza armonica registrata nei dati, unita all’improbabilità che tali eventi possano essere spiegati dai modelli standard, porta a considerare questo test pienamente superato. Esso chiude un capitolo importante dedicato alle risonanze temporali e apre la strada a una nuova lettura dell’universo, in cui la struttura del tempo diventa non solo il contenitore degli eventi, ma la loro matrice organizzativa più profonda.

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